Ben
si svegliò di colpo. Pensò al sogno. Ne analizzò i particolari
alla luce dei suoi studi biblici accademici. C'era molto nel sogno
che lasciava intendere che si trattava di un'autentica manifestazione
del profeta Elia. Il Signore utilizza linguaggi tipici del tempo
della gente con cui vuol comunicare. Ora secondo il testo biblico,
come abbiamo detto Elia non è morto, ma è asceso su un carro di
fuoco nel cielo, per poi scendere di tanto in tanto per dare una mano
all'umanità. Era chiaro che il carro di fuoco era l'ascensore e che
il grande edificio rappresentava il complesso dell'universo di cui
soltanto quel piccolo deposito per gli atrezzi costituiva il mondo.
L'ascensore era una via reversibile per ciò che c'è al di là. Chi
ascende al cielo può sempre premere il tasto piano -2 e scendere
allo sgabuzzino degli atrezzi. Chi muore esce dal mondo da una porta
tagliafuoco e questo percorso è irreversibile. Il profeta Elia
dunque non solo gli aveva dato un incarico importantissimo, ma aveva
una tale fiducia nel valore di Ben, da decidere di abbandonare il
proprio compito di vigilante sul popolo della terra, uscendo dalla
porta tagliafuoco dopo il dialogo con Ben Ghidon.
Ben
si guardò allo specchio.
L'insalata
di riso non aveva mai prodotto sogni così tanto precisi, così
coerenti, così chiari, così ordinati, così ben decifrabili.
Era
veramente il Signore che parlava e non un blocco di riso
bruciacchiato.
Si
girò verso il comodino. Sopra di esso brillava e scintillava una
bellissima stellina a sei punte dorate sulla quale era scritto in
caratteri ebraici il seguente verso dal Salmo I:
Sarà
come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo
tempo e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue
opere.
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