venerdì 18 ottobre 2013

CAPITOLO 6 (o meglio paragrafo)



Il secondo schiaffo schiarì decisamente le idee a quel rimbambito di Adam Menachen. Non era servito tutto il repertorio intimidatorio di Ben per cavare dalla bocca di quel delinquentello da quattro soldi le informazioni di cui aveva bisogno.  D'altra parte il giovane Adam non aveva certo la reputazione del temibile criminale, era più che altro uno sbandato che sbarcava il lunario suonicchiando klezmer ai matrimoni e derubando qualche spicciolo a qualche vecchio rabbino. Ben lo aveva cercato, perché aveva bisogno di una sua conoscenza ben più importante: Elyaku Petardo Meir. Elyaku era il maggiore esperto di armi ed equipaggiamento militare sulle strade di Tel Aviv, ma purtroppo era diventato irreperibile da quel famoso giorno che è tristemente ricordato come il Giorno del Grande Fuoco dal Cielo. In quella data aveva organizzato una serie di potenti fuochi artificiali per festeggiare il Bar Mitzvah di suo nipote, ma purtroppo l'entusiasmo gli aveva fatto perdere il senso delle cose e quello che doveva essere un festoso spettacolo di colore, divenne un missile che si scagliò con grande potenza contro il campanile di una chiesa locale appartenente alla comunità cristiano armena della città. La memoria di quei mattoni che volavano ovunque misti a scintille colorate era bene impressa nella memoria di tutti i presenti e anche se fortunatamente non c'erano stati feriti gravi, l'episodio era stata causa di una certa forte tensione tra le due comunità religiose che si calmò soltanto dopo mesi di trattati e di patti bilaterali.
   Adam Menachen, ancora stordito dalla manata di Ben, gli fece cenno di seguirlo. Dopo qualche centinaio di metri attraverso i vicoli della città, i due si fermarono davanti ad una porta. Adam bussò. Da dietro alla porta una voce: "Parola d'ordine!"
"Con i re e i governanti della terra, che si sono costruiti mausolei, ora in rovina" disse Adam.
Quindi la voce da dentro: "E com'è l'anonimato?"
"Come una morbida coperta!" disse Adam.
La porta si aprì. Elyaku Petardo Meir si trovava di fronte a loro con in mano un passamontagna nero con i buchi per gli occhi cuciti. "Ehm...Forse questo non mi serve... ormai mi hai visto... come disse Max, sei tu anche della CIA?" disse Elyaku.

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