Emmett Mutson sedeva alla sua scrivania. La schiena ricurva e un ghigno fisso sul volto. Gli occhi sembravano sempre puntati nel vuoto, come un qualche gerarca nazista durante un discorso alla folla. Oltre i suoi occhi vuoti si leggeva un mix di xenofobia e mercenarismo. L'avvocato del Signor G, il peggior mercenario della schiera di mercenari del peggior squalo dell'economia mondiale, curvo, lì appollaiato su quella sedia con la lampada puntata sui faldoni, in un ufficio nella stiva dello yacht del suo padrone, sembrava una versione vagamente maschile della strega di Biancaneve della Disney, solo un po' più viscido. Per tutto il tempo come un Azzeccagarbugli cercava cavilli, cercava vecchi casi, cercava canali di corruzione e qualsiasi cosa potesse essere utile a salvare il suo padrone, che per questo, per inciso, lo pagava assai profumatamente. Emmett Mutson stava lì tutto il tempo e non aveva vita sociale. Diceva di essere un grande amatore, ma non esercitava per mancanza di tempo, diceva lui, e perché, a suo dire, non sarebbe mai riuscito a soddisfare le esigenze di così tante amanti; gli sembrava più equo dunque non soddisfarne alcuna.
Non serve ovviamente descrivere il signor G, lui era l'uomo di maggiore successo del suo tempo. Dirigeva con successo miniere nell'Africa Centrale, sfruttava giacimenti petroliferi in Nigeria, era presidente di un club di ciclismo professionistico che aveva lanciato il più grande campione degli ultimi 30 anni, vincitore di una ventina tra Tour de France, Giri d'Italia e Vuelta di Spagna, il famoso ciclista italo americano Lazzaro Fortebraccio. A nulla erano servite le denunce degli altri team ciclistici che ritenevano palese l'uso di sostanze dopanti della peggior specie, l'avvelenamento ripetuto degli avversari e la corruzione degli arbitri; a nulla erano servite le critiche delle associazioni benefiche per lo sfruttamento dei minatori centrafricani, né tantomeno le proteste di Greenpeace per l'inquinamento causato dalle pratiche illegali della combustione dei gas nella fase di estrazione del petrolio: accanto al signor G, o meglio al di sotto del signor G, nella stiva del suo yacht, c'era un uomo senza scrupoli che lo levava da qualsiasi impiccio e che gli permetteva di farsi tranquillamente fotografare dai paparazzi beato circondato dalle ragazze più belle selezionate nei concorsi di bellezza dei paesi nordici che tanto amava.
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