“Oh,
mio 'ddio!”
l'urlo
risuonò potente come ad aprire uno squarcio nella notte.
“Oh,
mio 'ddio!”
Molto
velocemente, in maniera disordinata, le luci delle varie camere
dell'Hotel Moshe Dajan si illuminarono. Una folla di clienti e
turisti che alloggiavano nell'hotel numerosi per la stagione estiva,
si radunò nei corridoi presi dal panico. Presto arrivò la polizia e
un'ambulanza.
“Mi
sono svegliato all'improvviso e ho avvertito un certo dolore. Ho
guardato,... capisce?...lì, insomma nelle mie parti, ecco! E non
c'era più un pezzo. Qualcuno mi ha tagliato un pezzo di...”
“Circonciso
è la parola giusta signore” precisò il dottor Magidor sollevando
le lenzuola con una penna e guardando lì sotto.
“Ancora
lui!” esclamò il capitano
“Lui
chi?” disse a metà tra l'incredulo e lo sconvolto la giovane
vittima.
“Il
terribile Mohel! O meglio è così che lo abbiamo ribattezzato. Lei è
soltanto l'ennesima vittima di questo pazzo! Ha già circonciso una
mezza dozzina di turisti”
“Mohel?
E cos'è di grazia un Mohel?”
“Un
Mohel è colui che fa le circoncisioni, non ha visto Robin Hood un
uomo in calzamaglia?”
“Oh,
sì...mohel...” e così dicendo il giovane cadde privo di sensi sul
letto.
Nel
frattempo in un angolo della stanza stava una signora delle pulizie
dalle taglie generose, tonda come la classica signora delle pulizie.
Guardava con un'attenzione che superava la curiosità femminile.
Quella inserviente ascoltava in silenzio e registrava ogni dettaglio.
Quando il medico e il capitano se ne andarono, cominciò a
spolverare, ma, mentre si assicurava che nessuno la stesse guardando,
raccolse di soppiatto un foglietto da terra e furtiva uscì dalla
porta e quindi dall'hotel. Infilò una strada che dal lungo mare
portava verso l'intricata rete di vicoli della città vecchia, man
mano che avanzava si toglieva i suoi abiti e li metteva dentro un sacco nera dell'immondizia. E via il berretto e via i guanti e il
grembiule e la camicetta, poi la parrucca, e si pulì gli occhi dal
trucco. Non rimase nuda, dato che sotto aveva altri abiti, da uomo.
Non appena la sua metamorfosi fu completa ritornò sulle vie
principali camminando con passo veloce ma marziale. Giunse davanti
al citofono di un condominio degli anni sessanta, suonò il
campanello su cui c'era scritto Ben Ghidon.
“Chi
è?”
“Sono
la signora delle pulizie!”
Si
sentì il tipico bzz dell'apertura
di una porta di un condomio. La “signora delle pulizie” entrò.
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