martedì 2 dicembre 2014

Viaggio in Sicilia: stralci di mail mandate al mio caro amico Checco C.


10 ottobre

Dal mio arrivo nell'isola potei notare alcune piccole cose caratteristiche (oltre all'acquisizione del passato remoto): l'abbondanza di clacson, la comunicazione non verbale sembra avere un suo codice ben preciso e i clacson nel sono l'esempio; un arancino e un cuscus che mangiai pochi minuti fa vicino all'Università (Bar Rosanero) davvero ottimi; le case che mi ricordano per certi aspetti Istanbul, per altri Genova, per altri ancora il Gattopardo; la guida piuttosto indisciplinata e il TGS che stavo vedendo prima mentre bevevo il caffè che si dilungava su nuovi sistemi per fare le striscie pedonali che le rendono più durature con tanto di 5 minuti di interviste. Dal treno si vedeva l'isola di Vulcano e mentre bevevo una spremuta sul treno, dopo aver finito il mio libro sull'Opus Dei, ammiravo con stupore che Repubblica ha una sezione Palermo. Ero quasi arrivato, guardai fuori dal finestrino, Bagheria: non potevano che venirmi in mente le sobrie feste del nostro exexex premier allietate dalla visione del film omonimo.


11 ottobre


Ancora mi chiedo come sia possibile che dico per due volte 105 e il tizio della reception capisce due volte 32. Poi mi viene in mente mio papà e la barzelletta sul siciliano che diceva a un altro: "Abito a Cento". "Cento in Sicilia?" "No, Cento, vicino a Bozzano.".

Così mi avvio verso la cena sociale che si terrà vicino al teatro del Padrino Parte III. E poi tornerò in via Lincoln stasera. Sembra che l'idea di Teatro stasera non sia  associabile a cose positive.
In ogni caso andiamo a goderci una bella cena siciliana.

13 ottobre






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