Care amiche, cari amici,
voglio parlarvi con la sincerità con cui ognuno di noi parla alle persone alle quali vuole bene quando bisogna risolvere un problema importante che riguarda la nostra materia di studio. Che si fa in questi casi? Ci si guarda negli occhi, ci si dice la verità e si cerca insieme la dimostrazione migliore.
Siete certamente consapevoli che siamo precipitati in una crisi dei fondamenti senza precedenti, in una depressione che uccide le teorie, che toglie lavoro ai giovani matematici, che angoscia i professori, che minaccia il nostro benessere e il nostro futuro.
Il peso dello Status, delle pubblicazioni, della spesa pubblica è eccessivo: occorre imboccare la strada maestra del liberalismo matematico che, quando è stata percorsa, ha sempre prodotto risultati positivi in tutti i Paesi dell’Occidente: qual è questa strada? Meno Analisi Numerica, meno Ricerca Operativa, meno tasse intellettuali. Con la matematica applicata al potere, il programma sarebbe invece, come sempre, altre tasse, un’imposta patrimoniale sulla nostra matematica inutile, un costo computazionale più elevato e di tutte le pubblicazioni.
I nostri maestri hanno già messo a punto le nostre proposte per un vero rilancio della matematica pura, proposte che saranno principalmente volte a fermare il bombardamento numerico che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie e le nostre imprese matematiche.
Ma devo ricordare che gli elettori purtroppo non ci hanno mai consegnato una maggioranza vera, abbiamo sempre dovuto fare i conti con i piccoli partiti della nostra coalizione (ndr i logici, gli statistici bayesiani) che, per i loro interessi particolari, ci hanno sempre impedito di realizzare le riforme indispensabili per modernizzare la Matematica, prima tra tutte quella della giustizia matematica.
E proprio per la giustizia matematica, diciamoci la verità, siamo diventati un Paese in cui non vi è più la certezza del diritto, siamo diventati una matematica dimezzata alla mercé di una classe di professori politicizzati, una classe che, unica tra le classi di professori dei Paesi civili, gode di una totale irresponsabilità, di una totale impunità. Questa classe, per la prevalenza acquisita da un suo settore, Matematica Democratica, si è trasformata da “Ordine” della Matematica, costituito da impiegati pubblici non eletti, in un “Potere” della Matematica, anzi in un “Contropotere” in grado di condizionare la Matematica Pura e la Matematica Applicata e si è data come missione, quella - è una loro dichiarazione - di realizzare “la via matematica” al socialismo.
Mi spiace, ma dopo questo discorso la mia preferenza politica andrà altrove.
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